LUCA GIORDANO & FELICE GIORDANO

Luca Giordano, pittore eccelso in età barocca, era napoletano, è universalmente riconosciuto.
Secoli dopo la morte di Luca Giordano sul finire del ottocento, un altro Giordano di nome Felice si dedicò alla pittura, ritraendo molti paesaggi, scorci e vedute campane in particolare dell' isola di Capri.
I dipinti di Giordano Felice, ovviamente, nulla aveva a che vedere con le opere del suo eccelso predecessore, il livello artistico era decisamente inferiore in tutti i sensi, ciò malgrado Felice Giordano aveva un vezzo che scaturiva dalla omonimia del suo cognome con quello del suo illustre predecessore, Luca Giordano, quale era queto vezzo? Vi domanderete, semplice e banale il Felice aveva ben studiato la grafia della firma di Luca Giordano per cui nei propri quadri e quadretti era solito firmare con una firma che imitava quella del suo illustre predecessore, "Giordano Felice", prima il cognome e dopo il proprio nome di battesimo.
L'arcano si è scoperto grazie a mercanti d' arte furbacchioni o ignoranti e anche grazie a qualche "luminare" napoletano che visionando la tavoletta in Legno che ritrae uno scorcio di Venezia del 1654, ebbe ad esclamare con sorriso sornione: "Ma quale Luca Giordano questo è Felice Giordano della fine dell 800...vedete c'è pure la sua firma!" ignoranti o in malafede anche essi, ai posteri l' arduo giudizio.
In buona sostanza il dipinto di Luca Giordano ha vissuto anni in una sorta di limbo a causa di questi soloni che puntualmente tiravano in ballo il povero Felice Giordano e facevano rivoltare nella tomba il grande Luca Giordano.
Un bel giorno il proprietario del dipinto passò innanzi ad un famoso negozio di antiquariato in Napoli ed entrò per chiedere il prezzo di una consolle, una volta dentro i suoi occhi vennero attratti da un dipinto di Venezia che ritraeva lo stesso scorcio del suo vecchio dipinto eseguito 500 anni prima da Luca Giordano, non fece a tempo a mettere a fuoco la firma sul quadro esposto che l' antiquario disse "E' un Felice Giordano", Anche se era davvero un quadro mediocre per non dire brutto l' avventore chiese il prezzo e non esitò a pagare subito i 2000 euro richiesti dal antiquario che incartò il quadro, fatturò la vendita e sottoscrisse il certificato di autenticità.
E' con immenso piacere che si mostra a l gentile pubblico degli appassionati d'arte i due quadri e le due diverse firme a confronto, con altrettanto piacere si svergognano, i mercanti e i trafficanti d' arte ma ancor più i così detti super esperti, Storici del' Arte, ma quella di arrangiarsi lucrando alle spalle dei fessi e degli incompetenti in questioni attinenti alle belle Arti.